“La richiesta era di fare un volume sulla giovane arte italiana… Fin dal nostro primo incontro ci siamo chiesti come evitare un'attitudine eccessivamente classificatoria, cercando al contrario di rendere il tutto più complesso. Che senso ha fare questo tipo di volume? Che criteri usare per scrivere?” “Ci siamo anche detti che questo presente o passato prossimo ha una sua specificità rispetto ad altri decenni… il contesto diventa un elemento di primo piano nella scena dell'arte. Per cui è impossibile costruire un recinto in cui inserire degli artisti selezionati secondo criteri di valore assoluti, ma è necessario comprenderli all'interno di un quadro che li ha nutriti, che loro stessi hanno contribuito a creare e che ha formato veramente la rete diffusa di questo determinato momento” “Una volta dato forma alla scenografia abbiamo selezionato gli attori che potessero animarla. Un approccio che ha uno sguardo più ampio di un compendium di testi monografici. Lo sforzo era far sì che queste due anime del libro dialogassero in maniera fluida” “Raccontare questa storia dell'arte attraverso tante storie più piccole, attraverso il lavoro degli artisti, le iniziative più interessanti emerse anche lontano dai circuiti del sistema è apparsa come l'unica strada percorribile”
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