Un volume che avvicina il lettore all’immaginario complesso e sfaccettato dell’artista, in un percorso ricco di sorprese.
«Nel corso dei miei viaggi ho raccolto nelle strade di città e di paese, sui sentieri nel bosco o in riva al mare ogni sorta di elemento e oggetto: fiori, rami, ossi, insetti, piume, pietre, conchiglie, accendini, elastici, fazzoletti… arenati, persi, buttati, donati dall’ambiente (nel caso delle specie autoctone). Li ho raggruppati sotto il nome del posto in cui sono stati trovati, poi ho composto, associandola a ogni località, una collana che riunisce i diversi elementi recuperati, trasformati in bronzo. Questo sistema di scambio simbolico mi permette di immaginare che ogni oggetto porti con sé la storia di ciò che lo compone, che ogni elemento sia la testimonianza del proprio ambiente e di ciò che è stato, e che il loro riunirsi ci dica qualcosa di un certo luogo in un tempo determinato». Tatiana Trouvé
In occasione della grande mostra Tatiana Trouvé. The Strange Life of Things, allestita negli spazi di Palazzo Grassi a Venezia, dal 6 aprile 2025 al 4 gennaio 2026, Marsilio Arte pubblica l’omonimo catalogo, a cura di Caroline Bourgeois e James Lingwood.
Installazioni site-specific, sculture, dipinti e disegni si susseguono lungo un percorso accuratamente ideato in stretta collaborazione con l’artista, italiana di nascita e attiva in Francia, in una commistione di creazioni inedite e lavori precedenti, i quali acquisiscono nell’unione una nuova dimensione temporale.
Ispirata dal pensiero architettonico e urbanistico di Ugo La Pietra e dalla sua ricerca di ridefinire il rapporto tra l’opera e lo spettatore, Tatiana Trouvé, attraverso i suoi lavori e il loro essere rimessi in gioco nell’esposizione, invita i visitatori ad ampliare la loro coscienza fisica e mentale. Come afferma Bruno Racine, amministratore delegato della Pinault Collection, il visitatore si trova così a confrontarsi con «la strana vita delle cose», secondo il bel titolo che l’artista ha scelto come chiave di accesso al suo universo.
Il volume, con l’incisivo progetto della graphic designer francese Anaïs Lancrenon – che ha selezionato materiali quali una carta nata dalle alghe che, proliferando in maniera abnorme, affliggevano il fragile ecosistema della Laguna di Venezia –, diviene parte integrante dell’esposizione, grazie al nutrito corpus di installation view che restituiscono al lettore l’esperienza di un’occasione unica.
Accoglie in apertura un’introduzione di Emma Lavigne, che testimonia il profondo legame dell’artista con Venezia e la Pinault Collection. L’importanza della città lagunare, e il suo ruolo nella produzione e nell’allestimento delle opere presenti in mostra, è accuratamente sottolineata nel corso della conversazione tra l’artista e i due curatori: partendo dalla citazione di Astrida Neimanis sull’importanza vitale dell’acqua, tema cardine della mostra, Trouvé spiega come «Venezia è un corpo: è attraversata da arterie e canali. […] È un corpo, perché vive e vibra al ritmo dell’acqua, perché è abitata da organismi e da specie che dall’acqua sono collegati, perché è attraversata da desideri, storie, da una memoria dell’acqua. Venezia è una città dove le partenze e gli arrivi si confondono nelle acque».
In chiusura i saggi di approfondimento di Bruno Racine (Tatiana Trouvé e Italo Calvino: l’inesauribile superficie delle cose), dello scrittore e curatore Neville Wakefield (Navigazione stimata) e della critica e curatrice Barbara Casavecchia (La maggioranza assente).
50 €
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