La storia al femminile dell’imprenditoria italiana.
Meccanica, elettronica, finanza, editoria, edilizia. Sono solo alcuni degli ambiti in cui l’intraprendenza femminile si è distinta per il contributo al percorso di rinascita economica, sociale e civile dell’Italia del secondo Novecento, scardinando mentalità e cultura che per lungo tempo hanno considerato l’iniziativa imprenditoriale come una questione maschile. Nel 1964 Gilberta Gabrielli Minganti viene insignita Cavaliere del Lavoro: è la prima donna a ricevere l’onorificenza dall’anno d’istituzione dell’Ordine, nel 1901.
Nel sessantesimo anniversario di quella che può considerarsi una data simbolo per l’imprenditoria italiana, Marsilio Arte pubblica Donna e Impresa, a cura della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro, volume che omaggia la figura della donna, presentando venticinque profili di imprenditrici nominate Cavalieri del Lavoro.
Le storie delle imprenditrici insignite nel secolo scorso di questa onorificenza – come Bruna Vecchi Culcasi, imprenditrice agricola e prima donna Cavaliere del Lavoro del Sud, o Paola Fendi, fondatrice di una delle case di moda più rinomate internazionalmente – sono una straordinaria testimonianza del ruolo significativo che le donne hanno svolto nel processo di evoluzione socioeconomica dell’Italia, contribuendo al progresso del Paese.
«Oggi le donne nominate Cavaliere del Lavoro non sono più un’eccezione» ricorda il presidente della Federazione Maurizio Sella; dall’inizio del millennio ad oggi sono novantatré le donne insignite di questa onorificenza. Dalla meccanica alla moda, dalla finanza all’agricoltura, dall’edilizia all’elettronica, le donne rappresentano quasi il 30% degli imprenditori italiani e, tra gli under 35, quasi il 40%.
Il coraggio, la determinazione e la sagacia delle imprenditrici italiane che emergono da questi numeri sono sinonimo di progresso, innovazione e produttività; la donna non più come mera “regina della casa”, ma come forza trainante della crescita economica nazionale e della rinascita sociale e civile dell’Italia, a partire dagli anni Sessanta.
Il volume, che si apre con una prefazione di Sella, raccoglie due saggi introduttivi di Cecilia Dau Novelli e di Vera Zamagni. Dau Novelli approfondisce il ruolo fondamentale delle imprese femminili del Novecento, a partire dalla prima avanguardia di donne Cavalieri dell’Ordine; tra le altre, Novelli cita Angiola Maria Barbizzoli Migliavacca, a guida della società Campari di Milano; Anna Bonomi Bolchini, a capo dell’impresa edile Bonomi a Milano; Gilberta Gabrielli Minganti e le officine meccaniche di Bologna, e Maria Antonietta di Frassineto con l’azienda di famiglia in Val di Chiana.
Il secondo saggio è uno studio sulle dinamiche – già esposte nel precedente volume pubblicato dalla Federazione, Famiglia e Impresa – che governano le imprese familiari, evidenziando come quest’ultime abbiano alimentato l’esponenziale crescita dell’imprenditorialità femminile. Zamagni ripercorre le storie di otto donne, mogli o figlie che, vittime dell’imperativo della continuità aziendale, rivelano il loro spiccato senso imprenditoriale. Seguono le testimonianze delle quattro componenti del Consiglio Direttivo del lavoro della Federazione.
Il nucleo centrale del volume è dedicato alle 25 donne nominate Cavalieri del Lavoro nel secondo Novecento: Brigida Mascitti ha redatto le schede storiche dedicate a ciascuna di esse, mentre Cristian Fuschetto e Paolo Mazzanti hanno realizzato le relative interviste ed i ritratti. Il volume, ricchissimo di immagini storiche, in larga parte inedite, si chiude con l’elenco delle donne nominate Cavalieri del Lavoro dal 2000 al 2024.
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