Dancing with myself indaga l’importanza primordiale della rappresentazione di sé nella produzione artistica dagli anni ’70 a oggi e del ruolo dell’artista come protagonista, e come oggetto stesso dell’opera. Attraverso un’ampia varietà di pratiche artistiche e di artisti (da Claude Cahun a LaToya Ruby Frazier, da Gilbert & George a Cindy Sherman, da Alighiero Boetti a Maurizio Cattelan), di culture e provenienze, di generazioni ed esperienze, si riflette sul contrasto tra attitudini differenti: la malinconia e la vanità, il gioco ironico dell’identità e l’autobiografia politica, la riflessione esistenziale e il corpo come scultura, effigie o frammento, e la sua rappresentazione simbolica.
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