Questa prima monografia dedicata a Corrado Balest (1923-2016), bellunese di nascita e veneziano d’elezione, racconta una singolare storia artistica, intrecciando la narrazione del percorso di vita dell’uomo con l’evoluzione del suo linguaggio pittorico: da un figurativismo riconducibile al contesto veneto degli anni cinquanta e sessanta del Novecento, Balest passa a un progressivo astrattismo che non diviene però estremo, non tradendo mai completamente la figura. Alla fine degli anni settanta mette a punto un personale alfabeto pittorico che tiene conto di Nicolas De Staël, di Rothko e Matisse, ma soprattutto dei paesaggi e della cultura del Mediterraneo. Le radici della pittura di Balest – i suoi soggetti, la luce, la vivacità cromatica – rimandano a un universo mitologico riconoscibile e accessibile. Immagini delle opere, fotografie provenienti dalle raccolte personali dell’artista, testi critici e letterari compongono un insolito racconto fatto di testi e figure che attraversa con una visione originale tutto l’arco del Novecento storico e artistico.
Il volume, che esce in occasione della mostra alla Fondazione Levi di Venezia (19 gennaio – 24 marzo 2019),include saggi di Elisabetta Barisoni, Luca Massimo Barbero, Cristina Beltrami, Eugenio Bernardi, Chiara Bertola, Giorgio Busetto, Stefano Cecchetto, Martina Massaro, Giandomenico Romanelli, un'antologia critica con testi di Giorgio Baldo, Manlio Brusatin, Enzo Di Martino, Ugo Fasolo, Neri Pozza, Lionello Puppi, e il regesto illustrato completo delle opere dell'artista.
28,00 €