Patrick Mimran
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In Out of focus, l’artista ha lavorato principalmente sulla mancanza di nitidezza, non solo dei contorni, ma dell’intera immagine. Se inizialmente l’immagine appare astratta, più la si guarda più si colgono quei dettagli che l’avvicinano al reale. Questo aspetto contrasta con la nitidezza delle immagini a colori in formato più piccolo che accompagnano e definiscono le grandi fotografie. Se lo strumento fotografico è stato progettato per rappresentare la realtà così com’è, Mimran pare utilizzarlo al contrario. Per l’artista il modo migliore per catturare un soggetto, vivente o inanimato, non è quello di rappresentarlo il più fedelmente possibile, ma di allontanarsene fino all’astrazione.
«Ci troviamo nella dimensione dell’inconscio, in un perpetuo fluire iconografico di figure indefinibili, che sfidano l’occhio del pubblico a rintracciare la geometria originaria. Si direbbe un’opera costruita unicamente per lasciare spazio all’ambiguità, perché la fotografia, contrariamente alla sua compostezza strumentale, è pura menzogna. Ecco allora che Mimran raccoglie i frutti di quella illusione di verità e prende per mano una dimensione fiabesca e la fa propria. Su questo limite incontrollabile viene restituita all’osservatore la sovranità di interpretare liberamente questa rielaborazione della realtà»
Denis Curti, direttore artistico delle Stanze della Fotografia
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