a cura di Mario Codognato, Direttore di Berggruen Arts & Culture e da Adriana Rispoli, Curatrice di Berggruen Arts & Culture
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Gli interventi degli artisti sono stati concepiti in dialogo con l’architettura e le caratteristiche dell’edificio settecentesco realizzato da Andrea Tirali, un tempo sede di una delle più potenti famiglie veneziane e successivamente utilizzato come scuola elementare e come tribunale. Le opere sono ispirate ai mestieri tradizionali legati a Venezia, come gli affreschi, il vetro di Murano, i tessuti preziosi e i pavimenti con il loro tipico design. La mostra prende il nome da Giano (Janus), il dio romano degli inizi, spesso visto con due facce, una che guarda in avanti e l’altra all’indietro, a indicare l’obiettivo della mostra di unire simbolicamente la storia con la contemporaneità.
«Venezia è famosa in tutto il mondo sia in quanto vetrina per l’arte contemporanea che naturalmente per la sua cultura di tradizioni storiche e artistiche. Palazzo Diedo si aggiunge a questo già incredibile panorama con le sue sale espositive e con una novità: gli studi d'artista. Con un programma di residenze prolungate gli spazi consentiranno agli artisti di immergersi nelle tradizioni e nell'atmosfera di una città perennemente collocata in un'altra epoca. Sono davvero entusiasta di vedere cosa emergerà»
Mario Codognato, direttore di Berggruen Arts & Culture e curatore della mostra
Sarà presente a Palazzo Diedo anche la Polaroid Foundation che inviterà gli artisti in mostra a creare un’opera originale utilizzando la camera istantanea più diffusa nel mondo, la Polaroid 20×24. Andy Warhol, Chuck Close, Jim Dine, Maria Magdalena Campos-Pons, Mary Ellen Mark, Mickalene Thomas, Robert Frank, Robert Mapplethorpe, Robert Rauschenberg e Sally Mann sono tra gli artisti che in passato hanno lavorato con questa iconica macchina fotografica. John Reuter, che utilizza la Polaroid sin dal 1980, supporterà gli artisti nella produzione di immagini di 20 x 24 pollici (50 x 60 cm) per Palazzo Diedo.
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