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da MArte

A Vicenza la mostra che riunisce Leonardo da Vinci, Jacopo Bassano e Gianandrea Gazzola nel segno della natura

di Redazione

C’è molta attualità nella mostra allestita presso la Basilica Palladiana. Ispirata alla natura grazie a un elemento essenziale come l’acqua, la rassegna ideata e promossa dal Comune di Vicenza con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo guarda al presente attraverso opere temporalmente distanti. Ne abbiamo parlato con il curatore Guido Beltramini

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A distanza di un anno dalla mostra che riuniva Caravaggio, Van Dyck e Sassolino, la Basilica Palladiana di Vicenza torna a ospitare un dialogo a tre voci fra passato e contemporaneità. I protagonisti sono Leonardo da Vinci, Jacopo Bassano e Gianandrea Gazzola, scelti dal curatore Guido Beltramini, alla guida del Palladio Museum, come interlocutori ideali per riflettere sulla natura attraverso uno dei suoi elementi essenziali: l’acqua.
“L’acqua è lo strumento del discorso, ma il tema è la natura e come i tre artisti ragionano attorno a essa. Per Leonardo la natura è tutto, è l’unico libro che valga la pena di leggere. Leonardo è convinto che lo sforzo dell’artista sia annullare se stesso e diventare specchio della natura”, ci ha spiegato Beltramini. Non è casuale, dunque, che a essere esposti siano studi e disegni provenienti dal Codice Atlantico e contenenti i diagrammi scientifici leonardeschi, rivelatori, secondo l’artista, dell’ordine intrinseco dei processi naturali, come sottolinea il curatore. In tal senso il legame con l’intervento contemporaneo di Gianandrea Gazzola è lampante: trasferendo le onde sonore dall’aria all’acqua contenuta in una vasca di dodici metri per lato, Gazzola si è servito degli infrasuoni – suoni non udibili dall’orecchio umano ma capaci di far increspare l’acqua ‒ per dare forma a micro-onde proiettate, grazie a due potenti fasci di luce, sui teli appesi al soffitto della Basilica Palladiana. Un attimo prima che l’acqua torni quieta, le proiezioni riflettono non più le onde, ma degli esagoni. “È come se Gazzola fosse stato in grado di mostrarci la struttura visiva dell’acqua”, chiarisce Beltramini, stabilendo un punto di contatto con l’approccio leonardesco ai diagrammi scientifici.
Si ispira all’attualità – e ancora una volta alla presenza dell’acqua – la decisione di includere nel percorso espositivo anche L’alluvione del Colmeda, dipinto realizzato da Jacopo Bassano per l’altare della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Feltre e commissionato all’artista in seguito al nubifragio del 27 luglio 1564. A determinare questa scelta curatoriale è il fatto che quanto rappresentato non sia imputabile a un disastro naturale, ma alle conseguenze dell’azione umana. È sempre Beltramini a spiegare che l’esondazione del fiume Colmeda fu causata dal disboscamento delle aree boschive feltrine allo scopo di produrre il legname destinato ai forni fusori – a Belluno e a Feltre, ricorda il curatore, si forgiavano le migliori armi d’Europa. Una catastrofe che evoca i tragici eventi alluvionali di cui siamo tutti testimoni sempre più frequentemente, a riprova di quanto l’essere umano continui a essere responsabile della distruzione del pianeta su cui vive. Tuttavia opporsi alla distruzione è possibile: ne era consapevole lo stesso Palladio, autore del progetto di una macchina idrovora ideata per governare le acque contenuto nei Tre discorsi sopra il modo d’alzare acque da’ luoghi bassi, il volume a stampa presente in mostra e custodito nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
Un quarto capolavoro è protagonista della mostra, come rammenta Beltramini, ed è il luogo che la ospita. “Vitruvio scrive che l’architetto deve conoscere a fondo la musica ‒ perché la musica ha la capacità di trasformare in matematica, cioè in processi razionali, dei processi naturali come i suoni ‒ e che è importante per l’architetto utilizzare i medesimi rapporti armonici usati dalla musica”, spiega il curatore. “Palladio realizza una edizione illustrata di Vitruvio e noi l’abbiamo aperta alla pagina in cui Palladio rappresenta i diagrammi musicali per ricordare che, come Gazzola prende la musica che vive nell’aria e la sposta nell’acqua, Palladio prese la musica e la trasformò in pietra, cioè nell’edificio in cui è allestita la mostra. Le logge che circondano la grande sala quattrocentesca della Basilica Palladiana sono infatti progettate secondo questi rapporti armonici”.
Ad accomunare i tre artisti – nonostante la distanza temporale che li separa – è la volontà di trascrivere l’elemento naturale in un dato visivo, ottenendo esiti di straordinaria attualità. Del resto, secondo Beltramini, “l’arte antica ha il dovere di parlare al presente. Il passato ci fornisce la distanza con cui leggere un presente che scorre troppo rapidamente davanti ai nostri occhi”. E in questa occasione il monito è di “ascoltare la natura e tornare in sintonia con essa”.

Arianna Testino

INFO
Tre Capolavori a Vicenza. Leonardo da Vinci, Jacopo Bassano, Gianandrea Gazzola
fino al 9 marzo 2025
BASILICA PALLADIANA
Piazza dei Signori, Vicenza
https://www.mostreinbasilica.it/it/

Cover photo: allestimento della mostra Tre Capolavori a Vicenza. Leonardo da Vinci, Jacopo Bassano, Gianandrea Gazzola, Basilica Palladiana, Vicenza 2024. Photo Lorenzo Ceretta

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