Giulio Romano non è stato l’unico artista a ideare oggetti preziosi per i suoi committenti. Il direttore generale della filiale italiana di Christie’s, che di questi oggetti è esperto e appassionato, fa luce sulle loro storie
Com’è noto, anche i massimi artisti del Rinascimento prestavano il loro multiforme talento alle richieste del Principe. Così come Leonardo disegnò parrucche, velivoli o impianti di idraulici, anche Giulio Romano, di cui la mostra a Palazzo Te a Mantova celebra la produzione di oggetti (oggi si parlerebbe di design), si cimentò con versatoi, decorazioni per la tavola e scudi da parata.
Queste creazioni sono, un po’ come la sublime saliera del Cellini, dei piccoli capolavori d’arte applicata. È affascinante osservare questi oggetti e come la loro funzionalità si sia persa per trasformarsi in pezzi da collezione. Del resto, anche in tempo di guerra, le “cose” preziose e rare restano merce di scambio e, soprattutto, continuano a esercitare il loro particolare potere simbolico. È proprio questo valore, immateriale e psicologico, ancor prima che economico, che mi interessa. Fin dall’antichità, il vincitore ha portato a casa il suo bottino e quindi gli obelischi egizi si ergono ancora oggi nelle piazze romane, mentre la Gioconda di Leonardo è più fotografata di una star di Hollywood, ogni giorno, al Louvre. I talebani fanno saltare in aria i Buddha di Bamiyan, mentre i gioielli delle famiglie regnanti sono utilizzati per comunicare precisi messaggi politici.
Nel corso della storia, grandi sovrani, dittatori, capi di stato, i potenti o, semplicemente, i più facoltosi tra gli uomini hanno costruito residenze lussuose, arredate con sfarzo o raffinatezza, ricolme di capolavori. Si sono spesso fatti mecenati, con un misto di generosità e vanità, a volte commissionando ai più celebri artisti del loro tempo opere fruibili da molti, dislocate in luoghi pubblici o di culto.
Ammassando meravigliose raccolte, alcuni tra i più celebri collezionisti non si circondano soltanto di bellezza, ma sviluppano una sorta di ossessione che li spinge a un’incessante ricerca per acquistare ancora un altro oggetto: proprio quell’oggetto mancante. Status symbol, horror vacui, complesso edipico, desiderio di immortalità, investimento economico?
Alcuni collezionisti sono proiettati verso il futuro, promuovono architetture avanguardistiche e gli artisti contemporanei più sperimentali. Altri si appassionano alla storia e, ispirandosi al passato, ricostruiscono a loro modo atmosfere e ambienti di altre epoche, scegliendo opere e oggetti appartenuti a personaggi storici. Altri ancora preferiscono mescolare epoche e stili, attuando una visione totalmente personale e forse più fluida.
In ciascun caso, il potere della provenienza è straordinario. Dopo quasi 15 anni nel mondo delle aste, devo ammettere che, più ancora delle opere d’arte – e ho avuto il privilegio di vederne di magnifiche ‒, ciò che mi incuriosisce maggiormente sono le storie e i significati di cui le “cose” sono portatrici.
Dal 1766 a oggi, sotto i martelletti dei nostri banditori sono passate alcune tra le maggiori collezioni del mondo. Ne cito alcune che mi hanno particolarmente colpito, come, ad esempio, quella di Yves Saint Laurent, gli ambienti del cui raffinatissimo appartamento parigino producevano un’alternanza di oscurità e luce assoluta. O la incredibile raccolta di gioielli di Elizabeth Taylor, celebre la sua perla “Peregrina”. La collezione Rockefeller, ricca di capolavori e venduta per beneficenza. O la collezione di Paul Allen, il cofondatore di Microsoft, la cui raccolta includeva solo opere “da museo”, da Botticelli a Francis Bacon.
Non da ultimi, vari dipinti di Giulio Romano sono stati aggiudicati nelle nostre aste, degna di nota è la splendida Natività Spinola che, battuta per oltre 1.5 milioni di sterline da Christie’s a Londra nel 1994, costituisce tutt’oggi il record mondiale dell’artista.
Cristiano De Lorenzo
BIO
Cristiano De Lorenzo è il direttore generale della filiale italiana di Christie’s, la storica casa d’aste fondata a Londra nel 1766. Laureato in Storia dell’arte a Roma, il suo percorso professionale è stato tracciato dai suoi molteplici interessi che lo hanno portato dal mondo dello spettacolo a quello dei musei e delle istituzioni private, ma anche all’attività editoriale e all’insegnamento universitario. La sua carriera nel settore delle aste ha avuto inizio nel 2008 nel dipartimento europeo di pubbliche relazioni di Christie’s a Londra. Nel 2013 si trasferisce a Hong Kong come responsabile dell’ufficio del Presidente di Christie’s Asia per poi rientrare in Italia nel 2016. Appassionato di ogni forma d’arte oltre che di architettura e design, è sempre felice di prestarsi come banditore di aste benefiche.
INFO
Giulio Romano. La forza delle cose
fino all’8 gennaio 2023
PALAZZO TE
Viale Te 13, Mantova
www.centropalazzote.it
Foto cover: Giulio Romano. La forza delle cose, installation view, Palazzo Te, Mantova. Photo Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
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