“Perchè dovunque s’incontra la vita s’incontra la bellezza. Basta guardarsi attorno per vederla: anche in una foglia, in un sasso, in un balcone fiorito. Anche nei riflessi in una pozzanghera” dice Mario De Biasi e lo dice con la naturalezza, quasi una superba modestia, di cui sono talvolta capaci i maestri quando riflettono sulla natura più intima, sull’essenza del loro lavoro. Mario De Biasi, bellunese, è da tempo un gigante della fotografia italiana, riconosciuto internazionalmente. Il suo nome e la sua fama rimandano alle stagioni gloriose del fotogiornalismo, quando la fotografia documentava e testimoniava sulla carta stampata viaggi e accadimenti di portata straordinaria. Per oltre trent’anni è stato il pilastro visivo della celebre rivista Epoca: sono celebri i suoi servizi durante la rivolta in Ungheria del 1956 e della spedizione in Siberia nel 1964 con Walter Bonatti. Ma per quanto fondamentale rimanga questa lunga esperienza di fotografia cosi militante, essa non risolve l’intera opera di De Biasi, al quale si vuole rendere omaggio con questa antologica che procede diacronicamente per fasi, periodi e nuclei tematici dando conto di una ricerca che passa per il ritratto e sfocia poi nel concettuale e astratto. Famosi sono i ritratti «in maniche di camicia» di personaggi quali Andy Warhol, Marlene Dietrich, Brigitte Bardot e Sophia Loren.
Poco prima della sua morte, avvenuta nel 2013, gli viene conferito il Premio alla carriera, per la sensibilità con cui ha raccontato i grandi eventi cosi come le piccole realta incontrate nel corso della sua vita: l’invisibilita del quotidiano.
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