Con la sua serie di tele intitolata Capricci, Marco Petrus, artista cresciuto nell’ambiente milanese, ci offre una visione del tutto contemporanea delle opere di due pittori affermati nella scena veneziana del Cinquecento, ovvero, Vittore Carpaccio e Giovanni Mansueti.
Michele Bonuomo, curatore del volume, ed Elisabetta Barisoni, intervengono nel delineare il processo creativo dell’artista milanese che risiede alla base della genesi di queste «schegge espressive» che danno vita a un gioco visivo d’impatto.
L’elemento di partenza da cui Petrus trae ispirazione sono i pattern delle note braghe veneziane che vestono le numerose figure nei teleri conservati alle Gallerie dell’Accademia.
Frammenti che traslati su tela si caricano di un nuovo significato eco di una sinfonia unica composta da geometrie essenziali e sintetiche in cui linea e colore si rivelano i protagonisti indiscussi. Una pittura che avvolge e allo stesso tempo proietta chi la osserva in una dimensione altra.
Marco Petrus (1960), artista, vive e lavora a Milano. Fin da giovanissimo dimostra un grande interesse per l’architettura, in particolare per l’architettura urbana milanese, e per le sperimentazioni riguardanti le tecniche di stampa e della riproduzione artistica. Nel 1991 esordisce con una sua personale allo Spazio Noa di Milano.
Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila la sua volontà di indagare la struttura delle forme architettoniche lo porta a collaborare anche con istituti e facoltà di architettura di diversi paesi fino ad arrivare, oggi, al concepimento di una pittura dove a prevalere sono linee e colori in un continuo gioco di astrazione e stilizzazione formale.
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