Questa mostra intende far riscoprire al pubblico un artista dimenticato, Salvatore Fergola, grande protagonista della pittura napoletana durante la Restaurazione. Erede di Hackert, fu l’ultimo pittore di corte e testimone di una stagione straordinaria per Napoli, quando, nella prima metà dell’Ottocento sotto la monarchia dei Borbone, era la più popolosa e vivace città d’Italia e una metropoli all’avanguardia in Europa. Era adorata per la sua bellezza dai viaggiatori provenienti da tutto il mondo.
La scelsero come meta, lasciandovi una profonda impronta, anche due geni come Rossini e Leopardi, il quale trascorse qui l’ultima parte della sua tormentata esistenza. Fergola, nei suoi magnifici dipinti – in prestito dalla Reggia di Caserta, da Palazzo Reale, dal Museo di Capodimonte, dal Museo di San Martino, a volte recuperati dall’oblio dei depositi e delle sotto- consegne –, ci restituisce gli ultimi splendori di una corte ancora sfarzosa, di cui ha rappresentato i luoghi, tra la Campania e la Sicilia, e gli eventi, come le cacce e i tornei.
Ma è stato anche l’interprete della vocazione alla modernità, dipingendo, in quadri rimasti unici, la nascita della prima ferrovia italiana, il varo del primo battello a vapore, la costruzione dei primi ponti in ferro. Pittore versatile e instancabile, ci ha lasciato anche indimenticabili visioni di paesaggi incantati e scene di naufragio, dove si confronta con i protagonisti del Romanticismo come Horace Vernet, Théodore Gudin e Turner.
35,00 €