Il teatro Olimpico, primo teatro stabile coperto del Rinascimento, non è espressione di una corte regale, di una potente signoria o di una illuminata municipalità, bensì di un gruppo nobiliare privato con finalità culturali. Miracolosamente conservatosi nella sua originaria fisionomia e integrità, esso si deve infatti alla volontà degli Accademici Olimpici, che ne patrocinarono la realizzazione su progetto di Andrea Palladio tra il 1580 e il 1585. Per comprendere dunque appieno la peculiarità e l’essenza di questa straordinaria creazione è necessario ripercorrere brevemente la storia del suo corpo committente. L’Accademia Olimpica, tuttora esistente e largamente attiva, si costituisce nel 1555 ad opera di ventuno soci fondatori, tra cui lo stesso Palladio, nel clima di apertura e fervore culturale che contrassegna gli anni immediatamente precedenti la conclusione del Concilio di Trento (1563); gli stessi anni che vedono la nascita a Vicenza di altre Accademie, come quella dei Secreti e quella dei Costanti, di impianto fortemente conservatore e di rigida ortodossia religiosa. Tra le consorterie intellettuali coeve l’Accademia Olimpica si distingue al suo esordio, oltre che per il dichiarato impegno sul piano delle discipline scientifiche, per la composizione sociale più aperta e democratica, che annovera accanto a membri della più antica nobiltà del sangue e dell’aristocrazia del censo, anche esponenti del mondo delle professioni e delle arti.
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