Annalisa Metta, Daniele Zovi, Giovanni Morelli e Guido Scarabottolo
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Una mostra che, come il volume di Marsilio Arte che l’accompagna, utilizza gli alberi per parlare delle storie del nostro Paese attraverso lo sguardo di questi testimoni silenziosi dei frammenti che compongono il poliedrico mosaico della storia d’Italia, recente e passata.
Alberi che sono la nostra autobiografia ma anche parte del polmone della terra, che sanno rigenerarsi e sono un esempio per tutti noi. Sedentari osservatori silenti che con il passare del tempo, seppur immobili, si costruiscono presente e futuro “mangiando” ostacoli e trasformando il paesaggio dove hanno messo radici.
La mostra e il volume si compongono di 30 tavole originali realizzate appositamente per la mostra da Guido Scarabottolo, uno dei più noti illustratori italiani, e di 30 storie inedite.
«Cosa dicono gli alberi di noi, qui, adesso? Nel sentire comune oggi si attribuisce loro un destino salvifico. Però, proprio perché essi ci assomigliano, esprimono anche contraddizioni e ambiguità irrisolte, sollecitando a riconsiderare molte delle semplificazioni binarie con cui ci fingiamo di governare noi stessi e il mondo. Undici degli alberi presenti in questa mostra manifestano una qualche forma di anomalia o stravaganza rispetto all’immaginario arboreo consueto. Sono tutti variamente perturbanti e lasciano a noi valutare se dar credito alle loro/nostre storie e se provarne conforto, divertimento, piacere o irrimediabile fastidio».
Annalisa Metta, architetta e paesaggista, curatrice di Alberi!
«Gli alberi monumentali sono… solo alberi. Ma le vite di questi esemplari finiscono per contenere quelle di molti uomini, espressione ultima della convivenza di lungo periodo tra ogni albero monumentale e la comunità che lo ospita. Così, al di là del suo indiscutibile fascino biologico, l’albero monumentale è tale quando cessa di essere un albero per diventare l’albero, facendosi simbolo, narrazione e testimonianza. Non può esistere albero monumentale senza memoria, senza narrazione, e senza contesto».
Giovanni Morelli, arboricoltore, curatore di Alberi!
Una passeggiata tra alberi sopravvissuti e sopravviventi, tra alberi che non vogliono saperne di morire e altri che non germoglieranno mai, rimanendo per sempre uguali – al massimo languendo impolverati o sbiaditi dal sole – al momento in cui sono usciti non dalla terra, ma da una catena di montaggio. Alberi che sono sempre stati nella nostra penisola e intrusi del nostro paesaggio, venuti da lontano, di recente o in tempi antichissimi. Dallo smisurato Ficus di Palermo al Fico a testa in giù del Tempio di Mercurio di Baia, dal Pioppo della piccola vedetta lombarda all’unica sequoia sopravvissuta all’onda del crollo della diga del Vajont, fino all’Albero Finto Botanicamente Corretto, simbolo non più solo del Natale nei salotti e nei sogni moderni degli italiani, ma spettatore silente di tutti gli spazi pubblici che oggi abitiamo. Alberi che ci parlano di noi, come italiani, di chi eravamo e di chi siamo diventati e che, a ben vedere, potrebbero aprirci qualche spiraglio su cosa vorremo diventare e sul Paese che vorremmo abitare.
«Torna anche nel 2022 l’attenzione di M9 per i temi dell’ambiente e del paesaggio, con un piccolo tributo ai testimoni silenziosi degli eventi grandi e minimi che compongono l’Italia. Lungo il solco aperto dall’installazione Foresta M9 che ha visto 600 essenze arboree popolare il terzo piano del museo, anche quest’anno M9 accoglie la primavera con una mostra in cui gli alberi sono protagonisti. Diventa così un museo che respira ed è all’ascolto dei tanti frammenti di storia provenienti dalle persone e dalle comunità».
Luca Molinari, Direttore scientifico M9 – Museo del ’900
Foto Cover: Tiglio di Macugnaga, disegno di Guido Scarabottolo
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