Attrice, fotografa, scultrice: Gina Lollobrigida è al centro della mostra che ripercorre la sua esistenza tra le sale di Palazzo Poli, a Roma. Un itinerario fotografico nel segno di un’artista allergica alle regole della perfezione
Ma era davvero perfetta la bellezza di Gina, così come afferma Marina Cicogna nel catalogo della mostra edito da Marsilio Arte, come dicevano tutti, fino a intitolare un film per lei: “la donna più bella del mondo”? Non poteva essere perfetta, non lo era, né voleva esserlo. I suoi tratti fisici erano meravigliosi, e per questo non perfetti, così come non è stata perfetta la sua vita, anzi a volte faticosa. E quella fatica è stata anche colpa della persecuzione di quella idea di perfetta che l’ha accompagnata.
In realtà, è solo dall’imperfezione che può nascere un’attrice che interpreta una regina e la bersagliera del ciclo di Pane, amore. Che è la donna perfetta di un peplum e la donna perfetta di una commedia romantica americana. I mondi di Gina, appunto.
In realtà, la perfezione non è adattabile, ma marmorea. E a essa non si sfugge. Se ne ha mai avuto sentore, Gina Lollobrigida ha passato il tempo a scappare, prima dalla perfezione, poi a un certo punto anche dalla routine del suo lavoro, ha cominciato a fotografare, a cercare altro. È come se fosse stata la prima a comunicare a tutti: no, questa perfezione non esiste, non c’è né dentro né fuori di me.
La sua bocca, le sue forme, i suoi occhi grandi assomigliano soltanto alla perfezione, ma agli occhi degli altri. In sé, nessuna creatura vivente può dirsi tale se è perfetta. Intorno a lei, si muovevano tutti con circospezione e ammirazione, ma la bersagliera era spontanea e brutale, ingenua e maliziosa; e Cleopatra era feroce e fragilissima. Tutta opera di una sensibilità imperfetta, anche smaniosa di cercarsi in qualche modo. Le foto che la ritraggono qui, dalla giovinezza a un’età adulta e raggiante, raccontano tante cose, troppe. La verità è che Gina Lollobrigida, quando hanno cercato di renderla una statua eterna, un’eroina e una dea, mentre tutti guardavano la bellezza, era già fuggita via, sfuggita alla noia della perfezione.
Francesco Piccolo
BIO
Francesco Piccolo (1964) è scrittore e sceneggiatore. I suoi ultimi libri sono: Il desiderio di essere come tutti (Premio Strega 2014), L’animale che mi porto dentro, la trilogia dei Momenti trascurabili, La bella confusione. Ha firmato, tra le altre, sceneggiature per Nanni Moretti, Silvio Soldini, Paolo Virzì, Francesca Archibugi, Daniele Luchetti, Marco Bellocchio. Ha sceneggiato le serie tv L’amica geniale e La vita bugiarda degli adulti. Collabora con la Repubblica.
Foto cover: Gina Lollobrigida ripresa con una macchina fotografica tra le mani al ricevimento al Quirinale per la consegna dei premi David di Donatello. Roma, 12 marzo 1964. Archivio Storico Luce, Fondo Vedo
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