Palazzo Diedo, spazio espositivo della galassia Berggruen Arts & Culture, e Casa dei Tre Oci, sede europea del Berggruen Institute, schiudono le porte a nuove installazioni site-specific e mostre, fra cui l’evento collaterale della 19. Mostra Internazionale di Architettura ‒ La Biennale di Venezia. Ne abbiamo parlato con Mario Codognato, direttore di Berggruen Arts & Culture
Dopo il restauro e la riapertura al pubblico nel 2024, Palazzo Diedo alza il sipario su una nuova stagione di eventi ospiti dello storico edificio veneziano. Oltre alle installazioni site-specific di Piero Golia e Marcantonio Brandolini d’Adda, i riflettori sono puntati su The Next Earth: Computation, Crisis, Cosmology, l’evento collaterale della 19. Mostra Internazionale di Architettura ‒ La Biennale di Venezia in programma a partire dal 10 maggio 2025.
La Casa dei Tre Oci, invece, ospita gli scatti di Matthias Schaller ispirati alle architetture della città lagunare. Mario Codognato, direttore di Berggruen Arts & Culture, ci ha raccontato i dettagli.
Il nuovo programma espositivo di Berggruen Arts & Culture per le sedi veneziane di Palazzo Diedo e della Casa dei Tre Oci punta sull’interdisciplinarietà e sulle tematiche ambientali, protagoniste, queste ultime, di The Next Earth: Computation, Crisis, Cosmology, l’evento collaterale della 19. Mostra Internazionale di Architettura ‒ La Biennale di Venezia ospite di Palazzo Diedo. Ci racconta qualcosa in più di questa mostra?
La mostra aspira a riunire due importanti iniziative di ricerca, Planetary Sapience di Antikythera e Climate Work: Un/Worlding the Planet del Dipartimento di Architettura del MIT. In linea con la Biennale vorremmo affrontare le questioni più urgenti sul futuro del nostro pianeta e sul ruolo dell’architettura nel plasmarlo. Sviluppata su due piani di Palazzo Diedo, The Next Earth adotta la ricerca del gruppo Antikythera per esaminare la Terra come una megastruttura in evoluzione attraverso manufatti storici e installazioni immersive. Contemporaneamente presenteremo quaranta progetti visionari della facoltà di Architettura del MIT sulle pratiche di progettazione sostenibile. Unendo il calcolo planetario e l’architettura incentrata sul clima, The Next Earth: Computation, Crisis, Cosmology sfida i visitatori a riconsiderare l’impatto ambientale e il futuro tecnologico dell’umanità.
Sempre a Palazzo Diedo sono presentate le due nuove installazioni site-specific di Marcantonio Brandolini d’Adda e Piero Golia. Quali sono le loro peculiarità e come interagiscono con il pubblico nell’ambito della collezione permanente?
Facendo propria la tradizionale tecnica veneziana a terrazzo, i cui materiali edili grezzi erano stati esposti al pubblico a dichiarare l’apprestarsi di un processo reso vivo dalla presenza di un operatore in attesa, Golia mimetizza il suo intervento nel pavimento del portego del piano terra di Palazzo Diedo, rivelandosi esclusivamente al calare del buio.
Brandolini interviene invece in uno dei caminetti originali. Utilizzando delle formelle di cotisso, ossia il vetro grezzo avanzato da fusioni precedenti, l’artista restituisce luce allo spazio grazie al gioco di riflessi sulla superficie irregolare del vetro, producendo una miriade di sfumature di colore, evocando le tonalità tipiche del fuoco. L’intenzione è ovviamente quella di ricreare il calore che un tempo animava la stanza, proiettando nel presente la memoria del camino acceso.
Oltre alla già citata mostra The Next Earth: Computation, Crisis, Cosmology, può regalarci qualche anticipazione sugli eventi che accoglieranno i visitatori di Palazzo Diedo a partire da maggio?
Il pubblico vedrà il palazzo ulteriormente trasformato e pronto per le sfide degli anni a venire.
L’architettura veneziana è il fulcro di Controfacciata, il progetto fotografico di Matthias Schaller esposto alla Casa dei Tre Oci. Come si innesta questa mostra nella cornice dell’edificio sull’isola della Giudecca? E quali prospettive suggerisce in relazione alla città?
Nel progetto Controfacciata, Matthias Schaller prosegue il suo percorso di indagine sulla rappresentazione dell’assenza, realizzando una serie di fotografie di interni privati veneziani scattate quest’anno. Questa serie rientra nella sua più ampia ricerca antropologica e fotografica, che utilizza l’immagine per esplorare la relazione tra il contesto e l’identità di chi lo abita o lo ha abitato. Un ritratto di Venezia, e la sua unicità, anche architettonica, attraverso i porteghi dei palazzi. Anche la Casa dei Tre Oci è ritratta ed esposta nella mostra, qui come uno specchio di se stessa.
Intervista a cura di Arianna Testino
BIO
Mario Codognato è stato Curatore capo del MADRE di Napoli fin dalla sua fondazione nel 2005. In questo ruolo, ha curato tra le altre le retrospettive di Jannis Kounellis (2006), Rachel Whiteread (2007), Thomas Struth (2008) e Franz West (2010). In precedenza, ha diretto il progetto arte contemporanea del Museo Archeologico di Napoli, dove ha curato le mostre di Francesco Clemente (2002), Jeff Koons (2003), Anish Kapoor (2003), Richard Serra (2004), Anselm Kiefer (2004) e la prima retrospettiva museale di Damien Hirst (2004). Dal 1999 ha curato i progetti pubblici site-specific per Piazza del Plebiscito a Napoli, tra cui Robert Rauschenberg (1999), Joseph Kosuth (2001), Sol LeWitt (2005), Jenny Holzer (2006), Jan Fabre (2008) e Carsten Nicolai (2009). Ha curato mostre per altre istituzioni e scritto saggi per i relativi cataloghi sul lavoro di Alighiero Boetti (1992 e 1999), Richard Long (1994 e 1997), Gilbert & George (1998), Jan Fabre (1999), Brice Marden (2001), Wolfgang Laib (2005), Candida Höfer (2013), Douglas Gordon (2017) ed Ed Ruscha (2019). Ha curato varie mostre tematiche, Barock al MADRE nel 2009 e Fragile? alla Fondazione Cini di Venezia nel 2013. Dal 2014 al 2016 è stato Chief Curator della 21er Haus of the Belvedere in Vienna, dove ha organizzato, tra le altre mostre, retrospettive di Olafur Eliasson, Tomás Saraceno e Sterling Ruby, e l’esposizione Sleepless, sulla storia e sul ruolo del letto nell’arte. Tra i progetti più recenti ci sono Anish Kapoor al Macro di Roma (2017) e alla Houghton Hall di Norfolk (2019), Damien Hirst alla Houghton Hall di Norfolk (2018), alla Galleria Borghese di Roma (2021), e Georg Baselitz al Museo di Palazzo Grimani a Venezia (2021). Dal 2016, Codognato è Direttore della Anish Kapoor Foundation e dal 2022 Direttore di Berggruen Arts & Culture.
INFO
The Next Earth: Computation, Crisis, Cosmology
10 maggio – 23 novembre 2025
PALAZZO DIEDO
Cannaregio 2386, Venezia
https://berggruenarts.org/
https://www.labiennale.org/it
Piero Golia, Untitled (floor)
Marcantonio Brandolini d’Adda, Senza titolo
PALAZZO DIEDO
Cannaregio 2386, Venezia
https://berggruenarts.org/
Matthias Schaller. Controfacciata
fino al 23 novembre 2025
CASA DEI TRE OCI
Fondamenta Zitelle 43, Venezia
https://berggruen.org/centers/venice
Articoli correlati